Storia della Parrocchia

LA BASILICA DEI SANTI PIETRO E PAOLO E LA SUA STORIA

La parrocchia dei Santi Pietro e Paolo all’EUR ha una storia recente, ma densa di avvenimenti straordinari per la comunità dei fedeli residenti e di quanti la frequentano provenendo da altri quartieri di Roma.

La Basilica, la cui costruzione fu iniziata nel 1939 contemporaneamente agli altri edifici monumentali dell’EUR, si erge su una collinetta e sovrasta, con la sua bellissima cupola, tutto il quartiere, come se lo volesse coprire e proteggere sotto la sua ombra.

Ricordare tutti gli eventi legati alla sua presenza sul territorio sarebbe un’impresa ardua (e certamente più di qualcosa è sfuggito), ma quelli che hanno segnato il cuore e il ricordo dei fedeli è necessario rammentarli, anche per lasciarne memoria alle generazioni future.

Ed ecco in breve la sua storia che è insieme la storia dei Frati Minori Conventuali all’ EUR

1. Gli esordi

Nel dicembre 1952, firmato il ”contratto di proprietà” fra l’Ente Eur e la Provincia Veneta dei Frati Minori Conventuali, arrivarono all’EUR, ancora completamente disabitato, i primi frati che si sistemarono nei locali sotto la Chiesa: stanze alte, strette, buie e umide. La comunità religiosa era composta da P. Celestino Biasi, superiore, deceduto il 15 settembre 1990 alla veneranda età di 100 anni nella casa riposo dei frati a S.Pietro di Barbozza, e da altri tre religiosi:

P. Stanislao Sgarbossa,

P. Fiorenzo Crivellari,

P. Gianfrancesco Longhin,

coadiuvati da

Fra Massimiliano Anselmi che provvedeva al sostentamento dei confratelli, effettuando, in puro spirito francescano, la cerca ai mercati generali.

Per le poche persone che salivano sulla collina funzionava da cappella l’attuale sacrestia.

Nel 1953 iniziarono i lavori che la Provincia Veneta di S.Antonio si era impegnata a completare, in particolar modo la copertura delle terrazze, il rivestimento di lavagna della cupola, la pavimentazione della chiesa, il portone, gli amboni

Il 15 maggio del 1958 Papa Pio XII benedisse la statua dell’Immacolata, scolpita in legno in Val Gardena dall’artista Stuflesser. La statua fu portata solennemente in chiesa e posta sull’altare di sinistra. Solo recentemente, in occasione della festività dell’Immacolata l’8 dicembre 2009, per encomiabile iniziativa dell’attuale Parroco P. Francesco Bartolucci, è stata posta per alcuni giorni alla contemplazione dei fedeli, vicino all’altare maggiore.

A settembre 1958 arrivò all’EUR P. Faustino Osanna, che si sistemò, non essendo ancora pronta la casa religiosa, in una stanza nello scantinato della chiesa. L’8 dicembre dello stesso anno, quando la chiesa dei Santi Pietro e Paolo venne eretta a parrocchia autonoma, divenne il primo parroco.

P. Faustino si pose come primo obiettivo l’evangelizzazione dei nuovi abitanti del quartiere che venivano da contesti sociali differenti. Subito pensò di istituire l’Azione Cattolica e si impegnò molto anche nella catechesi nelle scuole che si andavano aprendo nella zona.

Come parrocchia francescana dette vita al TOF (Terzo Ordine Francescano), associazione tuttora operante il parrocchia con il nuovo nome di OFS (Ordine Francecsano Secolare).

Nei primi anni si andò avanti con i lavori, specialmente all’interno della chiesa: cappella di S. Antonio, ufficio parrocchiale, impianto di illuminazione, altoparlanti, riscaldamento, fonte battesimale e i mosaici di S. Francesco, dell’Immacolata e dei Santi Pietro e Paolo.

Oltre ai lavori interni furono completati i due edifici ai lati della chiesa. Quello a destra fu destinato ad abitazione della comunità religiosa al servizio della parrocchia. In quello a sinistra trovarono alloggio le Suore Orsoline di Verona che in un primo tempo seguirono un piccolo oratorio femminile domenicale.

Da questo oratorio nacque l’associazione “Tra noi” che si proponeva di riunire nei giorni festivi e nei giovedì pomeriggio le lavoratrici domestiche per aiutarle nella loro formazione spirituale e morale.

Da gennaio 1962 le Suore avviarono l’opera della scuola materna e nell’ottobre del 1965 divenne realtà anche la scuola elementare. P. Faustino così spiegò le finalità della scuola: “E’ nata nella parrocchia e vuole essere parrocchiale e inserita nella comunità cristiana; attraverso quest’opera desideriamo comunicare ai bambini l’amore di Cristo e ricordare loro ciò che più vale nella vita: essere amici di Gesù”.

Terminata la costruzione, i nuovi edifici pubblici dell’EUR, dal Palazzo dello Sport all’ENI, dall’INPS alla ESSO, dal Ministero del Commercio Estero a quello della Sanità, furono inaugurati con una solenne benedizione.

Oltre alla cappella di “S.Francesco al lago”, situata all’interno della stazione della metropolitana di EUR Fermi, si pensò anche di aprire un piccolo centro di culto al giardino degli ulivi e così vi fu collocata, su un rustico altare, una statua della Madonna. Una mattina la statua fu trovata decapitata ed allora, in segno di riparazione, il 29 giugno 1966, ricorrenza dei Santi Pietro e Paolo, accanto all’altare rustico fu posta una croce di ferro tuttora presente nel luogo, che forse molti abitanti dell’EUR non conoscono: si trova su una collinetta di fronte all’ingresso del Fungo, al termine di via Antartide. E’ una specie di anfiteatro circondato da alberi di ulivo con al centro l’altare rustico e la croce di ferro.

Il 17 giugno 1965 la processione del Corpus Domini, voluta e presieduta dal Papa Paolo VI, partì dal piazzale dei Santi Pietro e Paolo e, percorrendo la scalinata, parte di viale Europa e viale Beethoven, si concluse al Quadrato della Concordia, davanti al Palazzo della Civiltà Italiana.

Nell’ omelia pronunciata in detta occasione, indirizzandosi agli abitanti del luogo, Sua Santità rivolse loro parole che non poterono non elettrizzare l’uditorio: “Voi cittadini di questo moderno quartiere avete qui un illustre tipo di città nuova ed ideale; non lasciatele mancare l’animazione interiore che la può rendere veramente umana, buona e felice.Diventate famiglia intorno all’altare di Cristo, diventate popolo di Dio.”

Nel 1967, in punta di piedi, nacque il gruppo Scout Roma 58 che, grazie al contributo fondamentale di P. Faustino, si ampliò negli anni successivi.

A condividere con P. Faustino il lavoro della parrocchia c’era una comunità religiosa composta inizialmente da 2-3 frati; poi, con il completamento dell’abitazione della comunità religiosa, ne arrivarono altri che di seguito ricordiamo:

P. Longino Zorzan dal 1958 al 1961 come cooperatore e insegnante di religione

P. Olindo Baldassa dal 1960 al 1964 come cooperatorte e responsabile della cappella di “S.Francesco al lago”

P. Antonio Pecar dal 1960 al 1970 come insegnante di religione

P. Giacinto Comisso dal 1964 al 1970 come cooperatore

P. Valentino Fiscon dal 1964 al 1970 come cooperatore e insegnante di religione

P. Sante Zaccaria dal 1965 al 1970 come cooperatore e insegnante di religione

Fra Giuseppe Lenzi dal 1958 come sacrestano fino al 23.4.1978, quando dal convento dei Santi Pietro e Paolo raggiunse la casa del Padre all’età di 78 anni.

Fra Demetrio Bortignon dal 1969 al 1972 come sacrestano.

2. Gli anni settanta

Il 25 ottobre 1970 arrivò da Milano il nuovo parroco P. Cristoforo Pasqual che rimase in carica per nove anni, fino al 30 settembre 1979.

Il nuovo parroco dedicò il suo primo anno all’incontro con tutte le famiglie della parrocchia.

Nel corso dei nove anni furono realizzati diversi lavori: la ristrutturazione dell’oratorio e dei cortili per riunire i bambini e i giovani, l’installazione di un mancorrente per permettere agli anziani un più facile accesso alla Basilica, il rifacimento della cappella di S.Antonio, la sistemazione del cupolino esterno alla Basilica.

Dal Consiglio Pastorale, che era stato appena avviato da P.Faustino, nacque l’idea di un “notiziario” parrocchiale da far giungere ogni due mesi a tutte le famiglie: si intitolò INSIEME perchè fosse richiamo alla comunione fra tutti.

Furono nove anni contrassegnati da una particolare realtà socio-religiosa: era in atto la crisi dei modelli, accompagnata dal risveglio di ideologie estremiste, nascevano numerosi gruppi spontanei o di base, molti dei quali finirono per lasciarsi politicizzare in direzioni opposte in lotta tra loro. Fu chiuso per un anno il gruppo Scout “Roma 58”.

Nacque, dopo un corso preparatorio, un nutrito gruppo di catechiste che si affiancarono e integrarono l’azione preziosa delle Suore della scuola S. Francesco.

Su suggerimento di mons. Ragonesi, vescovo del settore sud di Roma, in collaborazione con la parrocchia di S.Gregorio Barbarigo, nacque l’associazione Nuova Ostia Eur.

In una zona periferica di Ostia erano stati confinati, in un contesto senza strade, luce, farmacia e centro di pronto soccorso, circa 10.000 ex baraccati della citta, creando problemi umani incalcolabili. L’associazione aveva come compito, oltre all’aiuto materiale, l’incitamento alla promozione umana. Si arrivò così a fondare in loco un centro psico-pedagogico per bambini caratteriali, assicurare l’opera di due assistenti sociali e a costituire un fondo di soccorso per anziani. Molti parrocchiani ricordano ancora la signora Claudia Gilmozzi che profuse in questa grande opera caritativa tutte le sue energie.

Un momento di grazia particolare fu la visita pastorale di mons Clemente Riva, allora vescovo di Roma sud, che durante un’ intera settimana incontrò e condivise momenti di riflessione e di preghiera con tutti i gruppi operanti in parrocchia.

Da ricordare anche la missione ai fedeli dei Padri Oblati di Vermicino che generò, tra l’altro, il fiorire di una vocazione religiosa femminile.

Ma si dovette anche affrontare qualche difficoltà: la decisione delle Suore Orsoline di lasciare la conduzione della Scuola S. Francesco per mancanza di vocazioni. P. Cristoforo, accompagnato da due genitori di alunni della scuola, si recò a Verona per incontrare la Generale delle Suore Orsoline, ma l’unico risultato di quella visita fu ottenere che per un solo anno ancora rimanesse una suora, Suor Maria Laeta Arduin, per permetterle di portare a compimento il ciclo scolastico di una classe delle scuole elementari.

E così si pose il problema di trovare un altro ordine di suore per la gestione della scuola.

Dopo vari tentativi fu scelto l’ordine delle Suore di Gesù Lavoratore che iniziarono a prestare la loro opera da settembre 1979.

P. Cristoforo seppe muoversi con prudenza e spirito di discernimento, tra tradizione e novità emergenti. Come pastore, a motivo del suo zelo, fu definito “vigile sentinella”: camminò accanto alle persone, condivise i loro problemi, si sedette accanto a esse sul ciglio della strada per ascoltarle, consigliarle, aiutarle a riprendere il cammino.

Collaborarono con P. Cristoforo:

P. Clemente Matteazzi per tutto il periodo come cooperatore e insegnante di religione. Aveva un grande senso di moderazione e capacità di conciliazione. Morì a 72 anni il primo marzo del 1980.

P. Gabriele Fiocco dal 1970 al 1973 come cooperatore e assistente all’oratorio

P. Adolfo della Torre dal 1970 al 1976 come cooperatore e insegnante di religione

P. Giustino Carpin dal 1971 al 1978 come cooperatore.

P. Sebastiano Sartor dal 1973 al 1996 quando fu trasferito a Gazzolo.

Rimpianto da tutti, grandi e piccoli: il suo sorriso invitava a non lasciarsi prendere dalla tristezza, fiduciosi nell’aiuto della Vergine Maria e degli Angeli Custodi. Tutti ricordano lo stuolo di bambini e di ragazzi che gli si accalcavano intorno e che lo amavano.

Una bambina della scuola scrisse in un suo componimento, nel lontano 1983 “In classe stavamo facendo un compito di italiano, la porta era aperta, l’aula silenziosa, noi stavamo calmi, ma ecco ad un certo punto arriva Santo Sebastiano (non è ancora santo, ma è come se lo fosse..)”

P. Edoardo Brentari (P. Edy) dal 1974 al 2001. Giunse giovane sacerdote per diventare presenza discreta ed insostituibile della comunità parrocchiale. Curava in modo scrupoloso e attento il cerimoniale delle celebrazioni più solenni e istruiva, ogni lunedì pomeriggio, un bel gruppetto di ministranti, il più piccolo dei quali contava appena 5 anni.

Il suo pregio più evidente fu la discrezione. Discrezione vigile e costante che gli permise di intervenire con saggi consigli e giuste indicazioni ogni volta che la comunità doveva affrontare e risolvere problemi anche gravi. Discrezione e riservatezza, ma anche sensibilità di animo e sollecitudine per ogni persona che si trovasse in un momento particolare della vita: tutta la comunità sapeva di poter contare, nella gioia e nel dolore, sulla sua presenza e attenzione.

P. Renato Gatti dal 1975 al 1988 quando fu trasferito a Mestre. Anche lui giovane sacerdote, fu presentato il 4 ottobre 1975 durante la Messa delle ore 8.

Come assistente degli Scout visse il periodo in cui si discuteva la legge sull’aborto.

Gli animi erano divisi e i media fomentavano le associazioni ecclesiastiche.

Anche l’AGESCI dell’EUR ne rimase coinvolta, parteggiò per il sì e fece volantinaggio in tal senso davanti alla chiesa. P. Cristoforo allora fu costretto a sciogliere il gruppo.

Nel 1977 un buon gruppo di giovani chiese di riprendere l’esperienza scout e così nel 1978, sempre con l’assistenza di P. Renato, nacque l’attuale Roma 50.

Sempre con P. Renato, nel 1979, alcuni ragazzi adolescenti parteciparono ad un convegno, guidato da don Rino Fisichella, di orientamento alla formazione di un gruppo di Azione Cattolica.

P. Raimondo Marchioro dal 1976 al 2001 quando fu trasferito a S. Marco Evangelista. Viene ricordato in particolar modo come prezioso consigliere spirituale di tanti parrocchiani e animatore di erudite catechesi per adulti.

P. Angelo Beghetto dal 1977 al 1978 come cooperatore. Collaborò attivamente con Chiara Lubich nel Movimento dei Focolari.

P. Sante Zaccaria ritornato nel 1982 e rimasto tra noi a curare in particolar modo il coro parrocchiale fino al 1999.

Fra Graziano Marostegan dal 1972 al 1974 come sacrestano in sostituzione di Fra Demetrio

Fra Natale De Santi dal 1974 come sacrestano, in sostituzione di Fra Graziano; sempre sorridente e disponibile, curava il decoro e la pulizia della Basilica con dedizione assoluta e unica. Morì nel convento il 12 gennaio 1994 all’età di 76 anni.

3. Gli anni ottanta e la visita di Giovanni Paolo II

A ottobre del 1979 P. Cristoforo venne nominato parroco di S.Marco Evangelista, mentre ai Ss. Pietro e Paolo iniziò il servizio pastorale come parroco P. Fausto Casa che si trovava già da un anno presso la nostra comunità.

Anche P. Fausto curò molto il rapporto con le famiglie della parrocchia e si dedicò in maniera particolare al loro incontro in occasione dell’appuntamento annuale per la benedizione delle famiglie. Curò la pastorale degli anziani, fu vicino agli ammalati, alle persone sole, alle famiglie che soffrivano a causa di conflitti e di separazioni.

Avrebbe voluto essere sempre presente dove più si soffriva, convinto che l’azione pastorale è tanto più utile ed efficace quanto più è capillare e personale. Venne subito amato e apprezzato come persona buona, umana e preparata. La sua riservatezza era eloquente, rivelandosi un sacerdote ricco di umanità.

Il segno di apprezzamento della sua opera tra i fedeli si ebbe quando, momentaneamente degente all’ospedale, le dimostrazioni di affetto dei parrocchiani furono tali che un dottore commentò commosso: “Come è vero  che chi nella vita semina amore, amore raccoglie”.

Il fatto saliente da ricordare durante il mandato di P.Fausto fu la visita del Sua Santità Giovanni Paolo II, domenica 22 marzo 1981.

Non appena, ai primi di febbraio fu confermata l’intenzione del Santo Padre di visitare la nostra parrocchia, P. Fausto riunì il consiglio di presidenza del Consiglio Pastorale che, considerate le cose da fare, gli adempimenti cui far fronte, le iniziative da promuovere ed attuare, si trasformò in comitato organizzatore e si mise subito all’opera con gran sollievo di P. Fausto che manifestava una grande preoccupazione per l’evento che si avvicinava.

Ogni componente del comitato assunse un compito particolare: c’era da organizzare il servizio d’ordine, valutare l’opportunità di inviti a personalità della parrocchia e del quartiere, curare la partecipazione della rappresentanza di Frigento (un paesino dell’avellinese, gemellato con la nostra parrocchia dopo il terremoto del 1980), incaricarsi del recupero, della pulizia e del restauro dei vari locali per le udienze, che venne poi attuato con l’energia, l’intelligenza ed il buon gusto di tante infaticabili signore che per giorni e giorni prestarono la loro opera. Nè si può dimenticare la figura di un distinto signore arrampicato e letteralmente “abbracciato” al crocifisso dell’altar maggiore, intento a spolverarlo e a lucidarlo.

Un esperto in antiquariato si occupò dei doni simbolici da presentare al Papa, uno in liturgia aiutò il parroco nella preparazione dello svolgimento della celebrazione liturgica; ci fu chi pensò ai canti ed alle prove del coro, chi si occupò dei contatti con i mezzi di informazione; un medico fu nominato “sanitario di servizio”; altri si mobilitarono per la diffusione dei manifesti e dei volantini con il programma della visita. Un notevole aiuto fu dato anche da una famiglia di imprenditori edili della zona.

Le Suore di Gesù Lavoratore pensarono alla sistemazione del giardino e del palco da cui il Santo Padre avrebbe parlato ai ragazzi.

Ma al di sopra di questi impegni singoli fu incisivo e gratificante il lavoro di gruppo: nelle riunioni serali si faceva il punto della situazione, ci si consigliava sulle decisioni da prendere, si risolvevano insieme i problemi più delicati come quello della scelta di persone per le letture, le intenzioni e le offerte. Alla particolare delicatezza di P. Fausto fu lasciato il compito più difficile e impegnativo: quello di scegliere le persone che avrebbero ricevuto l’eucarestia direttamente dalle mani del Santo Padre.

Alle 16 precise di domenica 22 marzo il Santo Padre arrivò in auto e scese davanti alla scuola parrocchiale S. Francesco, nel cui giardino lo accolse una folla di ragazzi e genitori. Dopo un indirizzo di saluto di un genitore e di un’alunna della quinta elementare, della consegna al Papa di un fazzoletto con i colori del Gruppo Scout Roma 50, il Papa ringraziò con adeguate parole; poi il colloquio con i ragazzi che prese più tempo del previsto.

Lasciati i bambini e i ragazzi, il Papa si avviò verso la Basilica con tante fermate per stringere le mani, fare cenni di benedizione e di saluto per le tantissime persone che si addossavano lungo le transenne. Quindi la lenta salita della scalinata e l’abbraccio con il Cardinale Francesco Seper, titolare della Basilica, che in qualità di “padrone di casa” lo attendeva sul portone.

L’ingresso in Basilica si fece lento e difficile, tra gli sforzi degli addetti al servizio d’ordine, quindi la vestizione in sacrestia per la celebrazione eucaristica.

Al momento dell’omelia, riportata integralmente sul sito del Vaticano, il Papa svolse un discorso molto denso di pensieri, ispirato all’episodio della Samaritana al pozzo.

Durante la celebrazione, al momento della Comunione, un ragazzo disabile ricevette con grande gioia ed emozione, sua e dei suoi familiari, la sua Prima Comunione dalle mani del Papa.

Dopo la Santa Messa il Papa ricevette in sacrestia i sacerdoti ed i religiosi della XXV Prerfettura, quindi si è mosse per avere un contatto più diretto con i Gruppi e le Associazioni.

Iniziò con il Consiglio Pastorale; fu poi la volta delle varie comunità di Suore operanti in parrocchia; poi l’udienza con il folto gruppo delle catechiste; quindi in palestra l’incontro con le Associazioni parrocchiali degli adulti (OFS, Apostolato della Preghiera, Gruppo di preghiera di P. Pio, S. Vincenzo, Legio Mariae, Gruppi della terza età e dell’amicizia, e della ricostituita Azione Cattolica; infine, nel salone dell’oratorio, con le coppie di coniugi del 25° di matrimonio e con i Gruppi di Impegno Familiare e Sociale.

Dopo questi incontri, a sera ormai inoltrata, il grande incontro in Basilica con i giovani delle scuole superiori, dell’università e quelli già inseriti nel mondo del lavoro, che espressero, cantando e inneggiando, la gioia di stare insieme con il Papa “dei giovani”.

Lasciata la Basilica tra le acclamazioni di saluto dei giovani il Santo Padre si recò nella casa parrocchiale per una breve pausa ristoratrice: sul tavolo del refettorio erano disposti bicchieri, tazze da tè e da caffè prestate per l’occasione da una famiglia di parrocchiani che ancora oggi le conserva religiosamente in quanto in una di quelle (chissà quale!) ha bevuto Sua Santità Giovanni Paolo II.

Dopo questa pausa, erano ormai quasi le 21 il Santo Padre, uscito dalla casa parrocchiale, rispose all’ultimo saluto dei tanti ancora presenti sul piazzale e ritornò in Vaticano.

Sempre nel 1981, su iniziativa del GAM – Gioventù Ardente Mariana – si recitò, per la prima volta nei giovedì del mese di maggio, in vari luoghi del quartiere alle ore 21 il S.Rosario. La pia pratica fu ripetuta in tutti gli anni successivi fino al 2009.

A livello di lavori nell’edificio della Basilica sono da ricordare la sistemazione della “sala Kolbe” per le riunioni parrocchiali e come sede dell’Azione Cattolica giovanile nel 1980, la messa in opera della nuova luminosa bussola centrale della Basilica, in sostituzione di quella ormai malandata in legno, e l’apertura della “sala S.Francesco”.

Nel settembre del 1982 le Suore di Gesù Lavoratore lasciarono la conduzione della scuola per la chiusura dell’ordine e vennero sostituite dalle Suore Francescane Missionarie di Assisi, che ancora oggi continuano la loro opera, benvolute e stimate per l’impegno che dimostrano nell’educazione dei piccoli allievi, dalla sezione primavera che accoglie i bambini di due anni alla scuola dell’infanzia e primaria.

Memorabile è rimasta l’infiorata sulla scalinata della Basilica fatta nel 1983 per la festa dei Santi Pietro e Paolo.

Sempre nel 1983, e precisamente l’8 dicembre, fu festeggiato il 25° anniversario della parrocchia con la presenza del Cardinale Ugo Poletti, che presiedette la solenne celebrazione eucaristica.

Con P.Fausto hanno collaborato oltre ai già citati P. Sebastiano, P. Edoardo, P. Renato,

P. Raimondo e Fra Natale, anche:

 P. Gabriele Zanfabro dal 1979 al 1982

P. Andrea Arvalli dal 1981 al 1984

4. ancora anni ottanta…

Concluso il compito pastorale di P. Fausto, che negli ultimi tempi aveva mostrato problemi preoccupanti di salute, arrivò tra noi a settembre 1985 P. Tommaso Cappelletto.

La sua persona si distinse più nei fatti che nelle parole: ha lasciato il segno di un pastore che sa attendere con pazienza, calma e spirito di pacificazione.

A tutti ha dato l’opportunità di parlare, accettando opinioni diverse, preferendo semplificare che sostenere discussioni. Ha curato molto la visita ai malati e a tutte le famiglie, specialmente in occasione della benedizione pasquale. Ha insegnato a crescere nella vita con le proprie forze, con la consapevolezza che lo sguardo di Dio non abbandona i suoi fedeli.

Durante il suo mandato, oltre ai lavori di manutenzione ordinaria della Basilica, venne realizzato il difficile impianto di illuminazione della medesima e, offerta alla pietà dei fedeli, l’artistica Via Crucis, opera del nostro parrocchiano architetto Gastone Callisti.

Nell’anno 1986 fecero parte della comunità religiosa anche P.Ugo Sartorio, come assistente del gruppo Giovanissimi  e P.Oliviero Svanera, assistente del gruppo Giovani dell’AC. P. Ugo rimase in comunità per un anno, P.Oliviero fino al 1988.

P. Tommaso a fine 1989, facendo riferimento alle parole dell’apostolo Paolo “non ci sono nè giudei, nè greci, nè schiavi nè liberi, perchè tutti sono uno in Cristo Gesù” accolse la richiesta di una comunità filippina di poter essere ospitata nella nostra chiesa per celebrare la messa domenicale.

Con P. Tommaso collaborarono, oltre a P. Sebastiano, P. Edi, P. Raimondo e P. Zaccaria,

P. Giuseppe Bigolaro, arrivato nel 1988. Trascinatore di giovani e meno giovani, sempre allegro, sempre in movimento, sempre inafferrabile …eppure sempre presente nei momenti di necessità. Costituì un punto di aggregazione e formazione di non pochi giovani.

P. Luciano Fanin, arrivato nel 1989 e ritornato al Collegio Seraphicum come superiore nel 1991.

Di lui si ricorda l’opera svolta come assistente dell’Azione Cattolica giovani e le stimolanti catechesi bibliche.

5. Gli anni Novanta

Domenica 29 settembre 1991, dopo la S.Messa delle ore 11, concelebrata dal parroco uscente, P. Tommaso e dal nuovo parroco, P. Pio Emer, la comunità parrocchiale festeggiò i due parroci nel giardino della scuola S.Francesco.

Si riportano qui di seguito alcune frasi che un rappresentante della comunità laica, rivolse al nuovo parroco, dopo aver salutato e ringraziato per l’opera svolta P. Tommaso.

A nome di tutti le do il benvenuto tra noi: Non ci conosciamo ancora, ma Le posso assicurare che siamo tutti pronti a collaborare con Lei per continuare insieme il cammino per la crescita spirituale e, perchè no, anche materiale delle nostra comunità. Ci auguriamo che il Suo inserimento tra noi avvenga in modo graduale e sereno e che presto possiamo imparrare a comprenderci, a rispettarci e ad amarci reciprocamente. Il compito che l’attende in questa parrocchia non è facile, ma con un nome come il Suo – Padre Pio – i miracoli saranno all’ordine del giorno”.

P.Pio si rivelò un pastore molto disponibile, colto e preparato, con la passione per le espressioni artistiche, attento nella discrezione, sempre pronto a consigliare, a consolare, a intervenire con saggezza e determinazione.

Gli anni del suo mandato furono ricchissimi per l’intera Diocesi, densi di eventi che ci hanno aperto il cuore e maturato nella fede e nella speranza: il Sinodo Diocesano, la Missione popolare nel quartiere animata e sostenuta dai seminaristi del Seminario Maggiore Romano (conclusa con una processione mariana che vide la partecipazione di oltre 5.000 fedeli) , la Missione cittadina, il Giubileo.

In occasione del Giubileo furono proposte e realizzate tre iniziative per ricordare e approfondire la conoscenza dei nostri Santi Patroni Pietro e Paolo: un pellegrinaggio “sulle orme di Pietro e Paolo a Roma”, una dotta conferenza sulla figura di Pietro tenuta da S.E. il Cardinale Giacomo Biffi e la concessione dell’indulgenza plenaria nella nostra Basilica per il 29 giugno, festa Patronale.

S.E. il Cardinal Vicario Camillo Ruini venne in visita pastorale il 4 novembre 1995, accolto con entusiasmo e riconoscenza dalle comunità religiose del territorio e da tutti i gruppi e le associazioni dei laici.

La comunità ebbe in quegli anni il grande dono di alcune vocazioni religiose.

P. Pio, sempre attento ai problemi della cultura, dette il consenso ad aprire, nel 1992, presso i locali della Basilica, una sede dell’UNI.SPE.D. tuttora operante con sempre maggiore successo.

Si realizzarono una serie di opere, alcune visibili, altre meno, che è opportuno rammentare. A ricordo della Missione parrocchiale del 1996, di quella cittadina del 1997 e del successivo Giubileo si realizzò lo scivolo per disabili sul lato sinistro della scalinata d’accesso che, grazie ad una idea del sig. Paolo Falchi, non ha alterato la prospettiva architettonica della Basilica.

Altra opera realizzata, grazie ad un cospicuo mutuo concesso a tasso agevolato dal Credito Sportivo, è quella relativa al rifacimento dei campi sportivi adiacenti la casa parrocchiale.

E ancora: il consolidamento della statua e della lanterna della cupola, la ristrutturazione dell’oratorio, la messa a norma dell’impianto elettrico della Basilica, l’impianto di riscaldamento dell’ufficio parrocchiale e quello di termoventilazione della sala S. Francesco.

Con P. Pio collaborarono, oltre P. Edy, P. Giuseppe e P. Raimondo, anche:

P. Giovanni Giuliani, P. Michele Gal, P. Alessandro Ratti arrivati negli anni 1998/99.

6. Da un secolo all’altro, da una Provincia religiosa all’altra…

Il primo settembre 2001 la cura della parrocchia dei Santi Pietro e Paolo passò dai Frati Minori Conventuali della Provincia Patavina a quella degli stessi Frati Minori della Provincia Romana.

Domenica 30 settembre, alle ore 12, con una solenne cerimonia religiosa il vescovo ausiliare di Roma sud, mons. Rino Fisichella, conferì il mandato di parroco a P. Marco Bellachioma, invitando i fedeli a non lasciarsi spaventare dalla giovane età del parroco e a non dubitare delle sue capacità di assolvere ai compiti che lo avrebbero atteso: non a caso anche lui era stato, a suo tempo, il più giovane vescovo d’Italia.

Qualcuno in quella occasione disse che pur avendo diritto a pieno titolo all’appellativo di “padre”, i più anziani lo avrebbero accolto come “figlio” e i più giovani come “fratello”. E in effetti fu così: per la sua giovane età – era il più giovane parroco di Roma – è stato insieme figlio e fratello, e come tale è stato apprezzato e sentito vicino.

Ma è stato, sempre e soprattutto, Padre, attento alle necessità della parrocchia, sia negli avvenimenti lieti che in quelli più difficili, con atteggiamento sereno, sorridente e disponibile in ogni circostanza.

Durante il suo mandato avvenne un episodio critico: il 14 aprile 2006 si verificò il cedimento di alcune lastre e di uno stangone di travertino di notevoli dimensioni e peso, che ornavano la parte alta del nicchione della facciata principale della Basilica. Solo per un puro caso non vennero coinvolte le persone da poco uscite dalla celebrazione eucaristica.

P. Marco si attivò subito per reperire i fondi, mettendo a frutto le sue doti diplomatiche al fine di richiamare l’attenzione delle autorità sul grave problema che la Parrocchia stava vivendo.

I lavori di restauro furono subito iniziati e il portale, momentaneamente chiuso dopo il crollo, fu riaperto con una solenne celebrazione il 2 agosto del 2007.

Tra le attività pastorali svolte da P. Marco si ricorda la scuola di preghiera con la quale ha introdotto, negli anni 2002 e 2003, un gruppo di adulti, giovani e meno giovani, alla conoscenza e alla pratica della “lectio divina”.

Non sono mancati momenti di letizia francescana condivisa con i parrocchiani: dalle favolose castagnate all’esibizione degli sbandieratori della sua terra d’origine, che hanno dato vita a straodinari momenti di aggregazione comunitaria.

Tra le altre iniziative sono degne di essere ricordate la costituzione, il 24 febbraio 2002, dell’Associazione Dilettantistica Sportiva e Culturale Santi Pietro e Paolo; la settimana dedicata alla festa parrocchiale nel maggio del 2003, con la presenza del Sindaco di Roma on. Veltroni sia alla celebrazione liturgica che al pranzo comunitario; la solenne concelebrazione di venerdì 16 dicembre 2007 per l’arrivo delle reliquie di S. Antonio in  Basilica; il pellegrinaggio delle reliquie di S. Bernadette e della Madonna pellegrina di Lourdes.

Una menzione particolare merita il giubileo della parrocchia. Le celebrazioni per festeggiare il cinquantesimo dell’erezione a parrocchia furono fatte in due occasioni diverse: domenica 30 novembre con una S. Messa presieduta da S. E. Mons. Gianfranco Girotti, reggente della Penitenzieria Apostolica, seguita da un pranzo comunitario nei locali dell’oratorio e lunedì 8 dicembre, anniversario dell’erezione a Parrocchia, con la S. Messa presieduta da S. E. Mons. Paolo Schiavon , Vescovo Ausilire di Roma sud. Al termine della celebrazione eucaristica brindisi di auguri nei locali dell’oratorio.

Nelle due giornate i parrocchiani rividero con piacere diversi frati che negli anni precedenti si erano avvicendati nella nostra parrocchia.

In occasione della festività di S.Antonio di Padova, il 13 giugno 2009, venne in visita pastorale S. Em. il cardinale Agostino Vallini, accolto con calore e affetto filiale da religiosi e laici.

Con P. Marco hanno collaborato da settembre 2001:

P. Danilo Di Somma, anche lui giovanissimo, che si è subito ben inserito cercando di essere presente nei vari ambiti che gli sono stati assegnati, in particolar modo nella cura dell’ufficio parrocchiale. Ama il contatto con la gente ed è pronto a farsi dono per il prossimo. Molto seguiti i suoi incontri per la catechesi prematrimoniale.

P. Michele Mazzone, economo del convento, sempre presente in confessionale

Fr. Pino Perconti, come sacrestano fino al 2005, poi trasferito a Sabaudia.

P. Francesco Bartolucci, da settembre 2005, specialista in Mariologia, molto apprezzato come predicatore: le sue omelie sono seguitissime, così come le sue catechesi.

Nel convento dei Santi Pietro e Paolo da settembre 2001 aveva eletto la sua residenza come Ministro Provinciale della Provincia Romana dei Frati Minori Conventuali P: Pier Giorgio Vitelli che vi è rimasto fino al settembre2009.

7. E LA STORIA CONTINUA…

Domenica 1 novembre 2009 alle ore 18 ha iniziato il ministero pastorale il nuovo parroco

P. Francesco Bartolucci.

La liturgia eucaristica è stata presieduta da S:E: Mons. Paolo Schiavon; con la concelebrazione di P.Vittorio Trani, nuovo Ministro Provinciale della Provincia Romana dei Frati Minori Conventuali, Mons. Giancarlo Graziano, Prefetto della XXIV Prefettura,P. Faustino Osanna, primo parroco dei Ss. Pietro e Paolo, e una rappresentanza dei sacerdoti della XXIV Prefettura. Mons. Schiavon ha presentato alla comunità il nuovo parroco e ha dato lettura del decreto con cui il Cardinale Vicario, S.E. Card. Agostino Vallini  ha firmato la nomina.

Al termine della cerimonia la comunità festante si è ritrovata nei locali dell’oratorio per un’agape fraterna.

Tra i primi segni della sua missione pastorale, l’invito rivolto a S. E. Mons. Gianfranco Ravasi, che ha presieduto la celebrazione eucaristica della seconda domenica di quaresima e ha condiviso con la comunità momenti di riflessione biblica.

Collaborano con P. Francesco i già ricordati P.Danilo e P. Michele.

E la storia continua…

Sotto la guida di un nuovo, illuminato pastore, la comunità religiosa e dei laici si impegna a scrivere altre pagine, altre storie, altri eventi, tutti orientati alla crescita della fede e al senso di appartenenza all’unica Chiesa, corpo mistico di Cristo.