Giugno 2010
La Basilica dei Santi Pietro e Paolo è, dalla sua fondazione, il fulcro della vita spirituale nel quartiere e snodo delle vie di relazione tra i suoi abitanti.
Se uffici, negozi, scuole e strade sono protagonisti della quotidianità laica, la Basilica è il punto focale in cui si concentrano le relazioni più profonde tra i residenti, ma anche tra quelli che l’hanno eletta a loro riferimento.
D’altro canto essa è un Luogo che rimanda ad Altro. Tempio di culto e Dimora dell’anelito alla Divinità.
Ed ancora, dimora di una Comunità che vive nel quartiere o fuori da esso, ma respira attorno alla Basilica e, raccolta fra le mura squadrate del corpo principale, lascia che la Cupola raccolga preghiere, desideri, relazioni e convogli il tutto verso Dio.
Per questo è la Cupola ad essere il proprio elemento identificativo ed identitario della Basilica, della Parrocchia, della Comunità. Essa è visibile da quasi ogni luogo del territorio parrocchiale ed offre scorci impensati anche da posti distanti. Molti dei parrocchiani possono averne una vista diretta dalle loro case. Rimanda alla Cupola più famosa e fondamentale della Cristianità. Ha assunto un valore particolare per chi ad essa è abituato, ma non è scaduta nella mera abitudine.
Essa non è la “casa di tutti”, ma “Casa per tutti”, in quanto Casa, Dimora di colui che tutti accoglie e vuole che siano accolti come ogni casa accoglie coloro che abitualmente in essa vivono.
Da queste considerazioni, in occasione della Festa dei nostri Patroni, Pietro e Paolo, nasce il presente concorso fotografico che, già nel suo titolo: “La Sua Casa tra le nostre”, vuole esplicitare visivamente il ruolo della Cupola nelle relazioni che si intessono con e tra i parrocchiani. E queste considerazioni saranno il canone ultimo di giudizio delle opere che saranno presentate, che dovranno avere per oggetto esclusivo la Cupola della Basilica ripresa non come elemento fine a sé stesso, ma come parte di un paesaggio di emozioni, riferimenti, relazioni.
A rendere più visibili queste relazioni, si presterà particolare attenzione alle opere realizzate in virtù dell’accoglienza. S’è scritto che la Cupola è visibile da molte case private; chi può godere di questo privilegio ne è ben consapevole, ma altra cosa è l’impressione, l’emozione che questa vista suscita in chi la scopre occasionalmente, nel corso di una visita, un incontro. Ebbene: questo intreccio potrà – ed auspicabilmente dovrà – essere esplicitato con scatti realizzati da chi ha sperimentato simili emozioni, grazie all’accoglienza delle famiglie che, pur potendo riprendere direttamente la Cupola, lasceranno che altri sfruttino tale opportunità, ospitandoli in una casa che sarà così trasformata in un set fotografico ed in un laboratorio di condivisione. In tali casi le opere si considereranno, ai fini del concorso, presentate dall’autore e dalla famiglia ospitante.